Adolescenti in tempesta ormonale (parte 2°)

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    ღ Chupa Fan
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    Adolescenti in tempesta ormonale (parte 2°)



    Dopo quella tragicomica esperienza vissuta in quella casa di mezza collina assieme ai due mocciosetti che erano riusciti ad ottenere ciò che si erano prefissi, anche grazie alla mia forse troppa sicurezza in me stessa, pensai che quel tipo di situazione non sarebbe mai più dovuta accadere in considerazione della mia volontà di fare la tutrice di ragazzini e ragazzine più piccole di me per ottenere una misera paghetta e niente più. Inoltre i rischi erano troppi a creare certe situazioni, si può finire ad esser giudicate molto male dagli altri con tutte le conseguenze del caso.
    Tornata a fare la mia vita normale e voltando le spalle al passato, un giorno mi chiamò la mamma di Matteo per chiedermi se avessi dato la mia disponibilità ad accompagnarle il figlio dai nonni paterni in quanto lei si sarebbe dovuta assentare da casa per alcuni giorni. Un po’ mi seccava dopo quanto era accaduto in precedenza ma la signora era una mia buona cliente, pagava bene e per me quei soldini facevano comodo. Così accettai seppur un po’ preoccupata . . . Partimmo due giorni dopo, sempre in treno dato che anch’io ero per poco non ancora maggiorenne quindi non patentata. Il viaggio durava solo un paio d’ore e stavolta il treno era pieno quindi anche Matteo se ne stava buono e per giunta non c’era il cuginetto per cui era meno esaltato. Ma, una volta giunti a destinazione, lui mi disse:” . . . ti ricordi cosa è successo la volta scorsa dai miei zii? . . . “ Io restai un po’ fredda:” . . Certo Matteo e spero che non si ripeta mai più . . . non è per me un bel ricordo!” Lui un po’ sogghignante ma serioso mi disse . . . “Anto, lo rifacciamo?” . . . “No Matteo, toglitelo dalla testa, è stato un incidente di percorso e non dovrà più accadere, ok?” Lui si zittì e arrivammo così dai nonni. Avevo già pensato di ritornare indietro in serata ma mi imbattei nell’ospitalità esasperata dei nonni di Matteo che vollero a tutti i costi trattenermi con loro a cena . . . provai in tutti i modi a rifiutare garbatamente ma non vi fu nulla da fare, ancora una volta dovetti restare fuori casa a dormire . . . La villetta era carina, la cameretta degli ospiti dava proprio su un prato fiorito e generoso di profumi, Matteo dopo cena mi chiese di parlarmi . . . ci si mise li sul divanetto da soli e mi confidò di esser stata quella volta la sua primissima esperienza con una mano
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    femminile . . . ed era rimasto supercontento di come era andata. Io, da par mio, risposi che non sarebbe dovuto accadere e che ero stata una stupida ad accettare quella “penitenza”, lui però mi raggelò il sangue quando mi disse che aveva scritto tutto quanto accaduto sul suo diario personale che custodiva sotto chiave nel suo comodino in camera da letto . . . “Ma Matteo, se quel diario finisce in mano a tua madre . . . mi vuoi rovinare?”, lui, da vero bastardello mi puntò metaforicamente il coltello alla gola dicendomi che ciò non sarebbe mai potuto accadere . . . a patto però che io fossi stata ancora una volta generosa con lui!! Mi venne da piangere, lo stronzetto faceva sul serio, si vedeva dagli occhi che era convinto di ciò che diceva, io me ne andai in bagno e scoppiai a piangere come una scema! Ero assalita da mille dubbi e paure di ogni tipo, quel ricatto sessuale da un ragazzino proprio non mi andava giù, mi sentivo una cretina ad essermi messa in quella situazione assurda e ora non sapevo come uscirne! Tornai in cameretta poco dopo, avevo il viso un po’ guastato dal pianto ma ero molto arrabbiata soprattutto con me stessa e appena incrociai lo sguardo del bastardello gli dissi :”Avanti, cosa vuoi da me Matteo, dimmelo!” Forse il mio viso era così glaciale che lui si intimidì . . . “io, . . . io vorrei . . . la stessa cosa dell’altra volta . . . “ Mi avvicinai a lui e gli proposi un patto tra uomo e donna:” Matteo, tu mi stai ricattando, è molto brutto ciò che stai facendo sai? Comunque, dimmi cosa vuoi e stabiliamo un patto chiaro a tutti e due perché io non accetto ricatti di questo tipo per tutta la vita, altrimenti sono disposta a giocarmi la faccia ed andare io a raccontare tutto ciò che mi avete costretta a fare tu e tuo cugino, io mi sputtanerò ma anche tu passerai dei brutti momenti Matteo!” Lui abbassò lo sguardo e disse:”ok, il patto è che tu per 10 volte mi farai giocare . .io ti presenterò una pagina di un fumetto erotico e tu la metterai in pratica, ci stai?”. “Tu sei pazzo Matteo, no, non ci sto, così proprio no, io a questo non mi piego Matteo, sei un bastardo!”. Lui allora si limitò a chiedermi di fargli qualche sega ancora e poi tutto si sarebbe concluso. “Ok, Matteo, allora iniziamo subito ad espiare le colpe, avanti, tiralo fuori che te la faccio subito e non ci pensiamo più, dai!” Il porcellino non perse tempo ad abbassarsi la cerniera dei pantaloni, io andai alla porta del salotto per vedere che non ci fossero intrusi e quindi tornai sul divanetto a sedermi al suo fianco . . “Ok, non c’è nessuno Matteo, avanti . . anche se dovresti vergognarti per quello che mi costringi a fare, spero un giorno capirai cosa hai fatto e te ne penta Matteo” Lui abbassò gli occhi, un po’ si vergognava del suo comportamento ma forse, dopo quanto accaduto in precedenza, credo si fosse preso una sbandata per me e, sotto un certo aspetto, anche perché era più piccolo di me, mi sentivo quasi di assolvere questa sua non bella condotta. “Lo vedo Matteo che ti vergogni, lo vedo dai tuoi occhi di quanto ti senti in imbarazzo per questo tuo comportamento . . . ma pazienza, io farò ciò che tu mi hai chiesto ma il piacere sarà solo tuo!” Allungai la mano nell’apertura lasciata dalla cerniera e mi insinuai dentro
    Dove glielo trovai subito già semieretto, gli portai gli slip sotto alle palle e glielo liberai. Lui non fiatava anzi arrossì in volto, non osava incrociare il mio sguardo, teneva gli occhi bassi oppure li chiudeva del tutto, io iniziai a fargli la sega ma a modo mio cioè con l’unico desiderio di finire il prima possibile. Così fin da subito iniziai a menarglielo rapidamente mantenendo costante la veloce andatura della mano, stando sempre attenta a scappellarlo bene per produrgli più eccitazione ed impedirgli di crogiuolarssi troppo sugli allori. Resisteva bene però . . . evidentemente aveva un buon autocontrollo . . . oppure era la mia inesperienza di teen-ager che influenzava la buona e veloce riuscita del fatto . . . “Dai Matteo, potrebbe entrare qualcuno . . . cazzo, muoviti!” Lui ad un certo punto soppresse un mugolìo che gli stava venendo forte e mi liberò uno schizzo di sperma sulla mano . . . “oh finalmente . . . era ora Matteo”. Andammo entrambi al bagno a ripulirci e poi al ritorno mi confidò che si era proprio preso una forte sbandata per me fin dalla prima volta che gli feci la sega . . . ora si sentiva a disagio per l’imbarazzo che provava nel farmi quel ricatto, io lo ascoltavo e lo guardavo seria, capivo che in fondo era un ragazzino in preda alle normali tempeste ormonali di quell’età e un po’ mi faceva tenerezza . . . anche se ciò non giustificasse un simile comportamento. La nottata però era ancora da venire e lui, evidentemente forte della riuscita del suo ricatto, non si fece bastare quella seghetta sul divanetto e pretese il bis quando tutti in casa sarebbero stati a letto . . . “Matteo è pericoloso, qualcuno potrebbe sentire, insospettirsi . . . . accontentati per ora . . . ti ho promesso che poi al ritorno . . . eh?
     
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