| torna la vostra carissima con un racconto che forse qualcuno avrà già letto XD Spero vi piaccia, miei carissimi (ed unici) fans >////<
il vecchio e l'amore
Il vecchio se ne stava seduto al centro del balcone, a fissare un amore che non esisteva, che solo lui immaginava in quella mente piena di tutto e di nulla. Non era uno stupido, ma gli piaceva farsi cullare dalle illusioni. Aprì il libro che teneva tra le ginocchia tremolanti, lo aprì dove aveva lasciato il segno. Guardò ancora una volta oltre la ringhiera, convinto che l’amore lo stesse osservando e fosse pronto ad ascoltare ciò che si mise a leggere:
Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi?
Fermandosi, quel vecchio si lasciò sfuggire una lacrima, poi un'altra, poi un fiume che non smetteva più di sgorgare da quegli occhi grandi e pieni di tristezza. Silvia era morta e questo non poteva accettarlo. L’amore mi guarda, pensava lui, e si asciugò il viso con la mano ruvida e venosa.
[...] Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte, ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte, d’in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno.
Piange il vecchio, sulla sua sedia legnosa e pensa alla vita crudele e all’amore che lo guarda sconcertato e non capisce come possa un uomo commuoversi con così tanta facilità di fronte una poesia. E’ morta, Silvia, e il poeta la ricorda. Nulla di più. Ma l’amore non conosce certo i sentimenti di quell’uomo che si accartoccia mano a mano su se stesso, e lascia cadere lacrime salate sulle pagine del suo libro, che ora chiude e poggia delicatamente a terra. Amore, dice, guardami e abbi pietà di me: non c’è poesia che mi regali sentimenti così profondi come questa. Amore io ti prego: perdona questo vecchio che non riesce a trattenere il pianto. Avrei voluto soltanto tenerti compagnia, leggendo un po’. Perché so bene che ti è difficile svagarti, e sei sempre in giro a doverti preoccupare per qualcuno che perde speranza e che poco a poco si allontana da sentimenti giovani, che gli sembrano ormai impossibili, anche solo da pensare. Allora amore io ti supplico: guarda questo vecchio che ancora si commuove, che ancora riesce fortemente ad amare, resta con me e non mi lasciare mai.
Allora l’amore, che non esisteva, se non nella mente del vecchio, se ne stette tutta la vità lì, in quell’infinito, ad ascoltare le poesie raccolte nel libro.
[...] Questo è il mondo? questi i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi, onde cotanto ragionammo insieme? questa la sorte delle umane genti? All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano.
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