Racconti Erotici: L'inquilina del quinto piano

Genere Prime Esperienze

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ~ Elis
     
    .

    User deleted


    La notai pochi giorni dopo essermi trasferito in quel condominio. Entrò nel portone e ci incontrammo davanti all’ascensore. Mi disse, dandomi subito del tu: ”Sei il nuovo inquilino del terzo piano?”. Io imbarazzato:”Buongiorno, mi chiamo Gabriele”. Lei si sfilò il guanto e con un sorriso rispose:”Piacere, Laura, ti troverai bene qui, è un posto tranquillo,.. poi sono tutti vecchi nella scala”. Sorrisi imbarazzato e scesi al mio piano, mentre lei proseguì fino al quinto.
    “Tutti vecchi, tranne te!” pensai: doveva avere quarant’anni, mora, capelli a caschetto, un bel viso, magra ed un culetto sporgente. Le mie fantasie si misero subito in moto, all’idea di avere una vicina bona e single iniziai ad immaginare lunghe serate di sesso.
    Qualche giorno dopo, la incontrai nell’atrio del palazzo, con una brutta sorpresa: marito e figlia. Mi salutarono, e lei mi fece un sorriso carino. Mi domandavo come una bella donna come lei, elegante, giovanile, potesse stare con un buzzurro del genere, con i capelli unti e la sguardo da imbecille.
    Ogni tanto ci incontravamo, quasi sempre alla presenza della figlia o del marito.
    Una sera, tornado dal lavoro, la incontrai davanti all’ascensore con i sacchetti della spesa. Le diedi una mano, e prendendo uno dei sacchetti le nostre dita si incrociarono. Lei arrossì, io feci finta di nulla. In ascensore, le chiesi se aveva cambiato colore dei capelli. Lei stupita:”Si, te ne sei accorto….mio marito non ci ha fatto caso. Sto male?”.
    Capii che voleva essere adulata e le dissi: “Sta molto bene, lei starebbe bene con qualunque colore e pettinatura”. Era compiaciuta, e mentre uscivo dall’ascensore mi disse…”potresti anche darmi del tu, non sono così vecchia…”.
    La conversazione aveva preso la piega che volevo:”..non lo penso di certo…è proprio un peccato…”. Lei incuriosita:”Che cosa?”. Ed io, nel chiudere la porta dell’ascensore:”..che una bella donna come lei abbia un marito che non la nota….”.
    Forse mi ero spinto troppo in là, d'altronde non ci conoscevamo, ma poi pensai che non avevo nulla da perdere ed in fondo le avevo fatto solo dei complimenti. Decisi che se avessi avuto l’opportunità avrei continuato con questo gioco perché mi dava l’impressione di una donna stanca della vita quotidiana, che aveva bisogno di attenzioni e di sentirsi ancora bella…ed in fondo lo era.
    Qualche settimana dopo, un sabato, avevo appena salutato un amico col quale avevo preso un aperitivo in un bar quando mi accorsi che al buffet c’era Laura, da sola, che sorseggiava un aperitivo. In quel momento mi vide, mi salutò con il suo solito dolce sorriso. Andai verso di lei, iniziammo a chiacchierare: lei tornava dalla messa, non aveva fretta di tornare a casa perché marito e figlia erano allo stadio per la partita serale.
    Chiacchierammo molto, un secondo aperitivo a testa; finiti i banali discorsi, iniziò a farsi una serie di domande personali:”Come mai sei single?”…..”immagino come ti diverti vivendo da solo….”. Ero decisamente imbarazzato, ma carico ed iniziammo a darci risposte con evidenti doppi sensi; forse il secondo aperitivo l’aveva fatta rilassare, voleva sapere quale fosse il tipo di ragazza che mi piaceva. Le risposi:”Ho 30 anni, mi piacciono le donne più grandi di me, le quarantenni……”.
    Lei stupita: “Come mai?”. Ed io:”Sono più sensuali, e poi vivono il sesso più intensamente, non hanno fretta come le ragazzine..”.
    Lei mi stupì con la sua risposta:”Bè, non è il mio caso. Mi sono sposata a 20 anni, e lui era stato il mio primo ragazzo. Sai dopo vent’anni di matrimonio….mio marito preferisce andare allo stadio, e quando si ricorda di me, una volta al mese, mi prende alla missionaria e finisce in 3 minuti…..io neanche ho il tempo di eccitarmi…”. Ad un tratto, come si fosse resa conto di ciò che aveva detto, divenne tutta rossa, iniziò a scusarsi per quelle parole, ed uscì dal bar.
    Tornammo a casa insieme, senza dire nulla.
    Arrivati al mio piano, feci per aprire la porta dell’ascensore, quando lei mi prese per un braccio. “Scusami, non so cosa mi abbia presa, in genere sono riservata…scusami…è che sono stufa…..mi mancano tante cose…..”. Presi il coraggio a due mani, la strinsi e la baciai. Lei si bloccò per un attimo, ma subito dopo le nostre lingue si incontrarono prima dolcemente e poi con foga. La stringevo con forza, sentivo che a lei piaceva. Senza smettere di baciarla, aprì la porta di casa, entrammo e la spinsi contro il muro del salotto. Fremeva, muoveva il corpo, si strusciava, mi stringeva il culo. Io la baciavo, le strizzavo i seni con forza, scendevo verso il culo: era sodo, perfetto, lei ansimava. Le alzai un po’ la gonna, lei fece per fermarmi, ma quando arrivai alle mutandine abbandonò ogni freno.
    Infilai il medio nelle mutandine, era bagnatissima, non so da quanto tempo non provasse un’eccitazione del genere. Continuai a masturbarle il clitoride, lei mugugnava di piacere, nel frattempo mi mordeva le labbra e mi baciava.
    Mi staccai da lei, la feci sedere sul divano: iniziai a toglierle la gonna, lei sollevò il sedere per aiutarmi. Era davanti a me, camicetta aperta, mutandine: le tolsi e vidi la sua bella figa: sopra il pelo era ben curato, folto ma tagliato. Vicino alle grandi labbra era depilatissima, perfetta.
    Non persi tempo, le aprì le gambe ed iniziai a leccare l’interno delle cosce, avvicinandomi alla figa: iniziai a leccarle il clitoride, prima piano, poi sempre più forte. Scendevo, leccavo le grandi labbra, salivo sul clitoride, scendevo e infilavo la lingua nella figa. Ero eccitatissimo, avevo il cazzo che mi spaccava i pantaloni. Lei non capiva più niente, io continuavo a leccarle la figa e con la mano le strizzavo i seni: aveva i capezzoli durissimi. Continuai ancora per poco fino a quando lei venne all’improvviso: gridò, gemeva, si mordeva le labbra: “si, si, che bello, si……..è la prima volta che un uomo mi fa questo…”. Mentre pensavo che un marito che scopa la moglie sempre allo stesso modo, senza preliminari, si merita le corna, continuavo a leccarla, ma più dolcemente: lei, ogni volta che la mia lingua si insinuava nella figa, inarcava la schiena mordendosi le labbra.
    Ero soddisfatto per averle dato tutto quel piacere, avevo sulle labbra i suoi umori: ora volevo spogliarla e fare l’amore con lei.
    Laura invece, come si fosse ripresa da un sogno, si alzò, turbata, sorpresa, si rimise mutandine e gonna ed uscì senza dirmi niente.
     
    .
0 replies since 2/2/2009, 15:35   7480 views
  Share  
.